Come posso ottenere risarcimento danni per molestie sul posto di lavoro? Mobbing sul lavoro esempi.
Esempio reale di una consulenza legale online con un avvocato diritto del lavoro su molestie sul lavoro e risarcimento danni.
Domanda esemplare per l'avvocato virtuale
Molestie sul lavoro e risarcimento danni.
Il dialogo seguente mostra un esempio reale di una chat con un avvocato avvocato diritto del lavoro online su come ottenere un risarcimento per molestie sul posto di lavoro. Buona lettura.
Cliente: Salve avvocato, mi serve un suo consiglio legale riguardo alla mia situazione.
Avvocato: Per favore mi dica, ….
Cliente: Il mio datore di lavoro mi ha degradato senza motivo e mi umilia di continuo.….. Trovo ingiusto di essere obbligato a fare i lavori più sporchi e pesanti oltre ad essere punito contro la mia volontà a fare il turno di notte. Ho addirittura problemi di salute per questo, mi sento…. Cosa posso fare per difendere me e anche i miei coleghi? A 57 anni non posso permettermi di perdere il lavoro, ….. ma non a queste condizioni, non ce la faccio più! Un collega di lavoro mi ha detto di chiedere un risarcimento e volevo chiedere se ne avevo diritto.
Avvocato: ….innanzitutto bisogna analizzare se esistono le condizioni affinché la sua situazione rientri nel cosiddetto "mobbing verticale o bossing". Prima di tutto, una piccola spiegazione giuridica: secondo l'articolo 2087 del Codice Civile, il datore di lavoro…. deve prevenire tutte le situazioni che mettono a rischio la salute psicofisica dei suoi lavoratori…. Da quanto tempo subisce delle molestie sul posto di lavoro?
Cliente: Direi circa da 2 anni.
Avvocato: Sono stati eseguiti solo contro di lei o anche nei confronti di altri lavoratori? C'è qualcuno nella sua azienda che potrebbe testimoniare questi atti di mobbing?
Cliente: Il mio capo ha maltrattato soprattutto me e altri due colleghi. Sei mesi fa gli altri due si sono licenziati ed io sono stato spostato al turno notturno. Tutti nell'azienda lo sanno, ma molti hanno paura….
Avvocato: Per favore, descriva una situazione concreta e quale stato psicofisico le ha causato.
Cliente: Ci sono tanti episodi: una volta sono stato messo a lavorare da solo in una stazione di imballaggio….per 8 ore senza nessun cambio. Di solito ci alterniamo in questo compito. Inoltre, il mio capo mi costringeva anche a pulire…, quindi ero sempre in ritardo per il pranzo e mangiavo da solo. Continuamente mi insulta, prende in giro…..Non so perché lo fa. Mi sento a disagio e non mi piace più il mio lavoro. Diverse volte mi sono sentito umiliato… e sono andato in malattia per alcuni giorni.…
Avvocato: ….. Si è fatto visitare da un medico per giustificare l'abbandono dal suo lavoro? Potrebbe mandarmi i certificati medici?
Cliente: [...]
Sì
Avvocato: …a mio parere si può affermare che lei sia una vittima di bossing, una forma di bullismo. Il bossing è una forma di abuso di…. Il comportamento del suo datore di lavoro,… causa un danno dimostrabile alla sua salute e alla sua personalità…..
Si può differenziare tra danni pecuniari e danni non pecuniari. Riassumo la sua situazione sulla base di quello che mi ha detto finora:
- Danni alla psiche e salute
- Riduzione della vita sociale (a causa del turno di notte)
- Spese mediche e tempo perso
[...]
Per ricevere un risarcimento e per proteggere i suoi colleghi, deve presentare una denuncia al giudice del lavoro competente con l'aiuto di un avvocato. Deve provare il comportamento persecutorio diretto contro di lei e l’intento molesto. Diverse prove possono essere utilizzate, come le testimonianze dei suoi colleghi, i certificati medici, il cambio di turno, le assenze per malattia, ecc. Al fine di quantificare l'esatta entità del danno alla sua salute, sarebbe opportuno ottenere un parere medico-legale che stabilisca le esatte patologie e l'entità del danno temporaneo o permanente alla sua integrità psicofisica.
Cliente: Ci devo pensare su.
Avvocato: [...]
Avvocato: Il giudice del lavoro probabilmente quantificherà semplicemente i danni subiti secondo la sua discrezione. Prenderà come parametri il suo salario e il periodo di bullismo. C'è anche una nuova giurisprudenza che è molto favorevole alle vittime. Ma questo entrerebbe troppo nei dettagli ora.
Cliente: Sì, sì. Ora sono più che soddisfatto. Ci penserò su e poi le farò sapere se voglio fare qualcosa o no. Potete darmi un importo approssimativo del risarcimento e quanto mi costerebbe la causa e tutto il resto?
Avvocato: [...]
Avvocato: Si prenda il tempo necessario. Se serve un aiuto ulteriore per prendere una decisione si metta in contatto con me, il tuo avvocato diritto del lavoro.
Cliente: Sì, lo farò. Le farò sapere. Grazie mille e buona giornata.
Molestie e mobbing sul lavoro - ulteriori informazioni
Le responsabilità del capo riguardo alle molestie sessuali sul luogo di lavoro
Il Codice delle pari Opportunità vieta qualsiasi forma di molestie sessuali sul posto di lavoro. Ognuno che molesti o umili una persona sul posto di lavoro con parole, gesti o comportamenti a sfondo sessuale viola la legge. Tali atti hanno l'effetto di violare la dignità dei lavoratori e creano un ambiente intimidatorio, ostile, degradante e umiliante sul posto di lavoro.
Il datore di lavoro ha l'obbligo di prevenire le molestie sessuali assicurando condizioni di lavoro tali da garantire la dignità dei lavoratori oltre alla loro integrità fisica e morale. Sarà ritenuto responsabile nel caso in cui le molestie sessuali siano commesse da altri soggetti. In tal caso la sua responsabilità è limitata al risarcimento del danno, tranne se dolosamente non adotti provvedimenti a tutela del lavoratore molestato. In quel caso si configura il concorso nel reato con l'autore.
Inoltre, il licenziamento ritorsivo o discriminatorio di un dipendente che ha denunciato le molestie subite è nullo. Quest'ultimo ha diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro, oltre al risarcimento dei danni. Allo stesso modo, anche il cambio di mansione e qualsiasi altra azione di ritorsione o discriminatoria nei confronti del denunciante non sono validi.
Il risarcimento dei danni per discriminazione sul lavoro
Prima di determinare se una lavoratore ha diritto al risarcimento dei danni è importante capire cos'è una discriminazione sul lavoro. Sono dei comportamenti che ingiustificatamente trattano in modo diverso o escludano da un'opportunità un lavoratore. I motivi sono spesso basati su razza, religione, credo, disabilità, età, identità di genere e sesso.
Le sanzioni per una tale condotta discriminatoria devono avere un impatto dissuasivo non solo per l'autore ma anche per il datore di lavoro. Il giudice può condannare entrambi alla cessazione della condotta e alla rimozione degli effetti della discriminazione, oltre al risarcimento dei danni. In caso di licenziamento deve essere scelta l’alternativa tra il risarcimento dei danni o la reintegrazione nel posto di lavoro.
Il risarcimento danni per discriminazione deve contenere la restituzione degli stipendi non pagati e il risarcimento dei danni morali dovuti alle sofferenze psichiche. Sia il datore di lavoro che l'autore della discriminazione, possono essere condannati a risarcire i danni in via solidale.
Il mobbing è un fenomeno sempre più frequente sul posto di lavoro?
Il numero di casi di mobbing sul luogo di lavoro sono drasticamente in aumento. Secondo l'Istituto per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (Ispesl) circa un milione e mezzo di lavoratori italiani sono stati vittime di questo fenomeno.
Si manifesta in pratiche di vario tipo: possono consistere in scherzi e in continue prese in giro, di richiami e rimproveri ingiusti, assegnazione di mansioni denigranti e umilianti o lo spostamento in un altra sede. Tutti questi sono esempi che rientrano nella pratica del mobbing.
Una attività in cui un lavoratore viene molestato da colleghi o dal capo, con l'utilizzo della violenza psicologica o fisica per costringerlo a lasciare il posto di lavoro.
Il mobbing sul posto di lavoro deve essere una attività persecutoria che dura da più di sei mesi. Le conseguenze di questi atti possono causare una serie di effetti psicologici e fisici, che spesso sfociano in alcune malattie.
In Italia attualmente non esiste il reato specifico di mobbing sul posto di lavoro. Tuttavia, nel nostro ordinamento giuridico esistono norme che possono contribuire a combattere questo fenomeno. Il primo passo deve essere la denuncia di questi comportamenti!
Risarcimento danni morali per minacce. Art 612 bis c.p. risarcimento danni
La differenza tra diffamazione e minaccia
In comune hanno che entrambe configurano un reato (art. 595 e 612 del Codice Penale), oltre a poter ottenere il risarcimento dei danni, soprattutto quelli morali.
La diffamazione è una fattispecie di reato prevista dall’articolo 595 del Codice Penale. Si configura nella condotta offensiva comunicata a più persone della reputazione altrui. Oggigiorno accade spesso anche sui social, ma ovviamente può avvenire anche a mezzo stampa o tramite altri atti pubblici.
Innanzitutto, occorre provare che tale condotta sia tale da violare la legge penale e costituire il reato di diffamazione. In ogni caso la parte lesa ha il diritto di avanzare una richiesta di risarcimento dei danni morali subiti dalla diffamazione.
Le minacce
La minaccia viene spesso inquadrata come la punta di un iceberg di una più nascosta ed articolata condotta violenta, portata spesso avanti anche con altri mezzi.
Secondo l'articolo 612 c. p. chiunque minacci a terzi un danno ingiusto può essere querelato dalla persona offesa. La querela è la richiesta fatta dalla vittima all'autorità giudiziaria di procedere contro chi ha commesso il fatto del risarcimento danno per diffamazione.
L’articolo 612 bis del codice penale e il risarcimento dei danni morali
Lo stalking è un vero e proprio delitto, contemplato dall’articolo 612 bis del codice penale e punibile con la reclusione da 6 mesi a 4 anni. L’articolo 612 bis tutela la libertà personale dalle condotte reiterate della minaccia o violenza. Lo stalker, oltre alla pena, può essere anche condannato a risarcire i danni morali conseguenti al suo comportamento molesto nei confronti della vittima.
Lo ha stabilito il Tribunale di Roma, con la sentenza n. 23351 del 2013. Nella quale la vittima, che aveva denunciato l’ex fidanzato per stalking, ottiene un risarcimento danni morali conseguenti alla inevitabile sofferenza, paura e disagio arrecati dallo stalker. Si tratta di una sentenza innovativa in questo ambito, perché ha riconosciuto il risarcimento anche senza una condanna penale per lo stalker ai sensi dell’articolo 612 bis. Grazie al Tribunale di Roma quindi, ora è possibile chiedere e ottenere un risarcimento anche solo nel giudizio civile, con la semplice prova dello stato di disagio e ansia generati dalle minacce dello stalker.
Questo non significa che bisogna provare gli atti persecutori e lo stato di ansia, come avveniva in passato: basta infatti fornire la prova delle condotte persecutorie. In quanto il turbamento psicologico si può presumere, viste le molestie subite dalla vittima.
Diventa quindi di cruciale importanza provare le molestie e minacce, cioè gli atti persecutori reiterati nel tempo. Le prove decisive sono quelle fornite dai testimoni, che hanno assistito al comportamento moralmente riprovevole dello stalker, ma anche dalle telefonate registrate, i messaggi, anche sui social network, etc. Ogni fatto assume rilevanza e occorre portarlo dinanzi al giudice.
Una volta che il giudice accerta gli atti molesti reiterati nel tempo, riconosce alla vittima il risarcimento del danno morale. Non ci sono delle tabelle indicative della somma del risarcimento. Dipende dal caso, dalla gravità dei fatti minacciosi e il giudice deciderà sulla base dell’equità.
Il datore di lavoro è obbligato al risarcimento dei danni per un infortunio subito dal dipendente?
Nel mondo del lavoro, soprattutto per alcuni mestieri, capitano spesso delle lesioni ai lavoratori. Per questo motivo tutti i dipendenti sono tutelati dall'assicurazione obbligatoria fornita dall'INAIL. Esiste un'ulteriore tutela, rappresentata dal risarcimento del danno da parte del datore di lavoro per gli infortuni subiti dai dipendenti.
L'INAIL indennizza il danno biologico superiore al 6%, mentre il datore di lavoro pagherà il risarcimento del danno per il primo 6% dell'infortunio subito dal dipendente. Inoltre, l'assicurazione obbligatoria fornita dall'INAIL si attiva a partire dal quarto giorno di inabilità temporanea. Invece, i primi tre giorni delle lesioni subite dal lavoratore saranno risarciti dal datore di lavoro.
Infine, qualora l'infortunio del dipendente è causato dalla violazione delle misure necessarie previste dalla legge in materia di sicurezza e prevenzione, il datore di lavoro è tenuto al risarcimento del danno differenziale. Il danno differenziale è la parte di danno non coperta dall'INAIL fino al completo indennizzo del lavoratore. L’INAIL risarcisce la sola perdita della capacità lavorativa, i danni alla salute di natura esistenziale, relazionale ed estetica dovranno essere pagati dal datore di lavoro al dipendente.
Consulenza avvocato per mobbing.
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In questi casi è consigliabile affidarsi ad avvocati specializzati, che difendono i diritti dei lavoratori. uLegale fornisce risposte in una chat a tutte le domande connesse ai casi di mobbing attraverso avvocati specializzati in materia.
Casi di mobbing possono essere:
- situazioni di emarginazione
- discriminazione professionale
- inattività obbligata
- dimensionamento
- denigrazione
- dequalificazione
- brusca e improvvisa interruzione della carriera
- umiliazioni e pressioni psicologiche
- ambiente di lavoro ostile
- esaurimento nervoso
- sviluppo di sofferenze morali
- e danni alla vita privata.
Il lavoratore che denuncia il proprio datore di lavoro o i colleghi per mobbing può ottenere un risarcimento del danno. Gli avvocati specializzati nel fenomeno del mobbing di uLegale aiutano a valutare la situazione, fornire le prove, calcolano le possibilità di successo ed eventualmente ti accompagnano durante tutto il processo.
Gli avvocati esperti di mobbing offrono la migliore protezione contro queste discriminazioni. Molti degli avvocati specializzati in mobbing che collaborano con uLegale sono anche raccomandati da varie organizzazioni e istituzioni.
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